Lo Yoga è una pratica spirituale e un’arte. La parola Yoga sembra voler dire unione, ma anche fusione, integrazione. Tutte le pratiche di integrazione funzionale, fisica, psichica, transpersonale ecc. derivano dallo Yoga.
Lo Yoga non si divide in aspetti minori o maggiori essendo gli uni facenti parte degli altri: gli asana dell’Hatha Yoga, sono al tempo stesso posizioni, posture che il praticante assume con carattere di immobilità fisica e, simultaneamente, forme della meditazione. Il sistema degli asana potrebbe essere confuso con la ginnastica (molti esercizi ginnici prevedono la realizzazione di posizioni che sono classici dello Yoga) o immaginarlo come una specie di stretching. Senza alcuna pedanteria si tratta di tutt’altro e la differenza è proprio in ciò che non si vede.
Il successivo livello dello Yoga è il Pranayama, vale a dire la gestione del prana. Che cos’è il prana? Se accorcio e lo definisco energia più di qualcuno mi taglia le orecchie. Concordo che il carattere industriale della parola energia stoni, stona anche il fatto che la parola indichi una qualità estrinseca, piuttosto che una proprietà intrinseca della materia, ma tant’è. Diciamo che il prana è energia e il pranayama è un’insieme di pratiche respiratorie e meditative atte al controllo, alla canalizzazione, all’ottimizzazione dell’energia. Percepire l’energia prima che si proietti in un’azione è un punto di grande interesse perché fornisce a chi pratica un’opportunità di cambiamento rapido e reale.
Siamo già entrati nella lussureggiante foresta del Kundalini Yoga. Che cos’è Kundalini? È l’energia Madre, il culto più antico dell’uomo. Piacque tanto ai chiacchieratissimi Templari che l’inserirono tal quale nel loro rito di iniziazione. Non si sa la data esatta e in quale capitolo sia stata ratificata questa decisione, ma fa un certo effetto pensare che in piena crociata, nel cattolicissimo mondo templare un elemento tradizionale così eterodosso sia entrato a far parte delle fondamenta iniziatiche del profilo spirituale dell’Ordine del Tempio.
Per ultimo il mantra che non a torto è la parte più controversa o oscura dello Yoga. Il mantra è una preghiera, ma anche un suono. Il mantra più antico è ma che è il mantra della madre. Il segreto è l’emissione del suono nella corretta interpretazione del concetto di risonanza nasale (bindu).
Per concludere lo Yoga è un mondo assai complesso, ma democratico. Esiste la possibilità di viverne ogni suo aspetto secondo il livello raggiunto e beneficiarne in serenità e valore subito. Sì subito, perché lo Yoga è subito, provare per credere.
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