BOLLICIN
(1997)
Sarà forse il vento che non l’accarezza più,
sarà il suo cappello che da un po’ non gli sta su,
sarà quella ruga di ridente nostalgia,
o la confusione tra la vita e la poesia:
non assalta treni perché non ne passan mai;
non rapina banche, perché i soldi sono i suoi;
vive di tramonti e di calcolati oblii
e di commoventi, ripetuti lunghi addii
struggenti addii...
El bandolero stanco
col cuore infranto stanotte va;
va, su un cavallo bianco,
col suo tormento lontano va,
dov’è silenzio,
dov’è silenzio, dove...
dov’è silenzio, dov’è silenzio,
dov’è silenzio, dove...
Ha una collezione insuperabile di taglie;
molte, tutte vuote già da tempo, le bottiglie;
dorme sul cavallo che non lo sopporta più,
e si è fatto un mazzo per la pampa su e giù.
Ogni notte passa
e getta un fiore a qualche porta,
rosso come il sangue
del suo cuore di una volta;
poi galoppa via fino all’inganno dell’aurora,
dove qualche gaucho
giura di sentirlo ancora,
cantare ancora...
Ah bandolero stanco,
stanotte ho pianto
pensando a te:
c’è un po’ della mia vita
nella tua vita che se ne va
dov’è silenzio,
dov’è silenzio, dove...
dov’è silenzio,
dov’è silenzio, dove...
Se chiudo gli occhi, dentro gli occhi
sei di nuovo quello vero,
quando sorridevo, quando ti credevo:
ascoltami, guardami, sta’ fermo:
è ancora vivo questo amore,
tutto questo amore, tutto il nostro amore:
e tu lontano non ci vai
a morire come una puttana,
prima del mio cuore,
al posto del mio cuore:
non mi lasciare solo in questa
notte che non vedo il cielo:
torna bandolero! torna bandolero!
torna bandolero!
Dov’è silenzio,
dov’è silenzio, dove...
dov’è silenzio,
dov’è silenzio, dove...
CIN
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9 months ago 00:09:14 1
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