1965, Alluvione a Prima Porta. 50 anni dopo cosa é cambiato?
01/09/1965, Alluvione a Labaro e Prima Porta. 50 anni dopo cosa é cambiato?
50 anni di edilizia abusiva, di quartieri costruiti senza alcuna pianificazione della viabilità e dell’impatto idrogeologico (non solo quelli abusivi ma anche quelli “legali“ costruiti a suon di varianti sui piani regolatori) non si correggono né in sei mesi né in sei anni. Ma di sicuro non si correggono né coi suggerimenti radicalchic ai cittadini di usare le biciclette in una città in cui un percorso di 5 km con i mezzi pubblici può durare da una a due ore, né con i provvedimenti “specchietto per allodole“ e ammiccamenti teatrali sulle unioni civili.
Si risolvono investendo sui mezzi pubblici e facendo saltare teste (e appalti) dove le aziende municipalizzate (ATAC e AMA in primis) non fanno il loro dovere, investendo in ingenti interventi di manutenzione e recupero del territorio, tenendo puliti e funzionanti tombini e idrovore PRIMA dei disastri.
Servono fondi, dice Marino. Servono da 20 anni almeno, da almeno 4 diverse amministrazioni bipartisan colpevoli di averli spesi male. “Mostro“ costruito sull’Ara Pacis rendendo ricco e felice un architetto di grido (Grazie, Veltroni). Città del Cinema, di cui i romani non potevano fare a meno (Grazie, Veltroni). Un sito internet del comune costato vagonate di milioni di euro che ieri non sapeva neanche fornire un elenco delle vie colpite dagli allagamenti se non dire “limitate gli spostamenti“ (Grazie, Rutelli). Piscine, Ponte della Musica e campi sportivi costruiti a suon di tangenti per i mondiali di nuoto (Grazie, Alemanno).
Come si spendono i soldi in questa città? E per cosa dovremo “ringraziare“ Marino fra 4 anni, quando sarà stato frullato, come i predecessori, dall’opinione pubblica? Per averci detto di usare le biciclette e aver chiuso i Fori Imperiali?
Quanti altri quartieri residenziali “legali“ costruiti in fretta senza alcun intervento di potenzialmento di una viabilità già esistente e già congestionata, con reti fognarie e canali di scolo costruiti negli anni ’50? E intanto stiamo con una città il cui traffico enorme di pendolari gravita su Raccordo, Tangenziale e strade consolari. Strade consolari costruite dai Romani 2000 anni fa quando il traffico era rappresentato da carretti, buoi e bighe per cavalli (l’equivalente dei SUV dell’epoca).
E stiamo con strade consolari a DUE corsie, circondate da campi sterminati, vuoti o con “quattru pecuri“ che nessuno si azzarda a confiscare e riutilizzare per creare vie di alleggerimento del traffico, in nome dell’immagine romantica delle “quattru pecuri“, che fa tanto cinema in bianco e nero del neorealismo o in nome della sacra e intoccabile proprietà privata. O più probabilmente in nome dei fondi europei per agricoltura e pastorizia che quei quattru pecuri garantiscono a qualche fantomatica società appositamente costituita per intercettare quei fondi dietro pagamento di bustarella in regione. O più probabilmente ancora perchè, una volta morti i quattru pecuri superstiti, i romantici terreni agricoli diventeranno magicamente edificabili per nuovi quartieri residenziali “all inclusive“ e far costruire al Caltagirone di turno altri villini con campi da golf o altri dormitori di bilocali e monolocali con cucina a vista da vendere a 150mila euro l’uno o da affittare a 1000 euro l’uno. O magari i nuovi stadi. Sia mai che in questa città ci dimentichiamo il ’panem et circenses’.
Svegliati, Marino. Non si governa una capitale col ’panem et circenses’ versione nuovo millennio, consigliando alla gente di andare in bicicletta o fingendo che la priorità cittadina siano le unioni civili, come non si governava mangiando la porchetta con Bossi, traslocando per due mesi le battone fuori porta o mostrando per due mesi 4 marmittoni col mitra a tracolla fuori dalle stazioni.
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