Lucio Battisti - Io gli ho detto no

Musica: Lucio Battisti Testo: Mogol Data di pubblicazione: Settembre 1973 Sebbene non venga detto esplicitamente, nel testo di “Io gli ho detto no“ il protagonista è probabilmente un uomo bisessuale. Infatti il verso contenuto nel titolo (con l’uso del pronome “gli“ al posto di “le“) lascia intendere che si sia detto di no ad un “lui“; secondo un critico musicale «sembra esplicare una pudica allusione di bisessualità del protagonista». Dopo aver rifiutato le avances del suo amore maschile, il protagonista torna dalla sua compagna («dolcissima mia madre-amica-sposa e donna mia»). Torna con «orgoglio e poi / vergogna di me stesso» e «con le miserie mie / con le speranze nate morte che / io non ho più il coraggio di dipingere di vita». Lui è consapevole che la sua compagna sia la persona che ha sofferto di più, ma la prega comunque di restare, rimarcando che «io gli ho detto no / e adesso resta no». Il testo non spiega la conclusione della vicenda, ma la compagna sembra decisa a lasciarlo e non sembra disposta ad accettare la situazione. I versi «scordando il già scordato / color di mille lire» sembrano alludere ad un precedente tentativo disperato da parte di lei di riportare l’uomo alla famiglia, convincendolo con del denaro. Secondo un altro critico musicale, invece, la canzone è una «delicata storia priva di ogni moralismo», che «vuole suggerire la pari dignità di ogni amore per l’autore, che si contrappone così nettamente ai pregiudizi beceri e maschilisti di Le allettanti promesse». Se invece escludessimo la suddetta interpretazione che fa riferimento al concetto di bisessualità, si potrebbe pensare che il protagonista abbia detto di no alle “allettanti promesse“ del brano precedente (il pronome “gli“ come plurale invece che singolare), e torni, sconsolato e confuso, alla vita di sempre rappresentata dalla propria donna, quasi fosse un caldo grembo materno che rassicura l’uomo ma allo stesso tempo lo fa rimanere involuto. Come terza ipotesi, potrebbe trattarsi di un obiettore di coscienza che trovatosi a rifiutare un’offerta di lavoro che andava contro i propri principi («orgoglio e poi / vergogna di me stesso»), torna a casa per confessare il tutto alla compagna («e adesso torno a te / con le miserie mie»), dimenticando infine l’agiatezza economica che quel posto di lavoro gli avrebbe probabilmente dato («scordando il già scordato / color di mille lire»). Musicalmente il brano è una ballata condotta da pianoforte elettrico, basso e congas, con un arrangiamento calmo ma allo stesso tempo deciso e drammatico. Il finale è occupato da una lunga coda strumentale in stile jazz-rock, che ricorda le composizioni di “Amore e non amore“.
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