2 note: Non credere abbinato a Dai dai domani è l’96° singolo di Mina, pubblicato a aprile del 1969 su vinile a 45 giri.
Con questo 45 giri Mina ritorna in classifica e sul podio; è la prima volta da quando lavora per la sua stessa casa discografica, la PDU fondata insieme al padre alla fine del 1967. Mancava solo un grande successo di vendite su questo supporto, l’ultimo era stato La banda/Se c’è una cosa che mi fa impazzire di due anni prima, infatti sul mercato i recenti album Mina alla Bussola dal vivo, I discorsi e Canzonissima ’68 avevano ottenuto rispettivamente ottimi e buoni risultati.
Mina dopo aver ascoltato per caso la canzone (precedentemente rifiutata sia da Ivan Graziani sia da Iva Zanicchi) decide di inciderla, dandone come al solito una notevole interpretazione.
Con il brano, Mina partecipa, eccezionalmente, alla prima edizione della manifestazione Un disco per l’Europa tenutasi a Lugano nel 1969.
Propone inoltre il pezzo in svariate trasmissioni televisive italiane: A che gioco giochiamo?, Doppia coppia, È domenica, ma senza impegno, Senza Rete e Ieri e oggi; ma anche in programmi all’estero: Esta noche con Mina (Spagna) e Venti minuti con Mina (Svizzera), entrambi registrati nel 1970.
Il DVD I miei preferiti (Gli anni Rai) pubblicato nel 2014, riporta un’esibizione registrata a Senza Rete nella puntata del 26 giugno 1969. Mentre sul CD dello stesso cofanetto è presente l’audio di un medley tratto da Notte di speranza del 24 dicembre 1969 che vede Pino Calvi al pianoforte e Giorgio Albertazzi come voce recitante.
Inserito anche nel consueto LP autunnale intitolato ...bugiardo più che mai... più incosciente che mai... (1969), che risulterà l’album più venduto nel 1970.[8] Subito dopo farà parte del primo volume della raccolta Del mio meglio (1971)
È stato anche utilizzato in due spot pubblicitari per la Barilla, filmati nel 1969 per la regia di Duccio Tessari e nel 1970 da Valerio Zurlini.
L’ottimo arrangiamento di Augusto Martelli valorizza, anche attraverso tecniche innovative, la vocalità di Mina, che ormai si dimostra cantante matura e capace di creare atmosfere suggestive. Ne scaturisce un brano di grande qualità, allo stesso tempo melodico, romantico e malinconico, una novità in anticipo di qualche anno rispetto alla musica del periodo.
Crediti:
testo di Mogol e Ascri (alias Luigi Clausetti)
musica di Roberto Soffici
arrangiamento di Augusto Martelli.
2 note di David Guarneri:
Mina, la quale odia di norma ogni manifestazione canora, decide stranamente di partecipare al Disco per l’Europa 1969.. Forse perché la divertiva il fatto di giocare in casa. O forse perché non considerava la gara svizzera importante quanto quelle italiane? E lo fa con la sua nuova canzone, NON CREDERE. Una canzone che ha una storia quantomeno singolare. Viene scritta da Roberto Soffici e Luigi Clausetti (che si firma con lo pseudonimo di Ascri) e Mogol, che probabilmente la firma soltanto, senza scrivere mezza parola come faceva di solito. Il pezzo viene proposto ad Ivan Graziani che in quel periodo faceva parte del complesso degli Anonima Sound in veste di leader e in forza alla CBS. Il provino viene fatto proprio da Ivan Graziani, che poi non accetta. Passa alla Durium e Paolo dei Crazy Boys, gruppo non molto noto dell’epoca, lo ascolta e vorrebbe inciderlo come solista. Ma la sua casa discografica non è d’accordo. Un rifiuto anche da parte della Zanicchi e poi il colpo di fortuna: lo sente Mina e se ne innamora. La canzone è molto delicata: parla di una donna innamorata al punto di farsi da parte se ne valesse la pena e se non capisse che l’interesse dell’altra per il suo uomo è dettato solo da un capriccio momentaneo e niente di più. L’interpretazione di Mina è a dir poco strepitosa, così tenuta su un registro medio, usando il mezzo tono come da tempo non faceva, abbandonando certe sgranature della voce che per altro l’hanno resa quella che è, per rientrare nel personaggio di qualche anno prima. Ottimo l’arrangiamento che asseconda perfettamente la trama vocale dell’interprete. E NON CREDERE diverrà il disco più venduto di tutto il 1969. Possiamo sicuramente dire che è anche un tantino avanti coi tempi, diciamo di un annetto buono. Stiamo parlando dell’insieme della canzone: testo, arrangiamento e musica, ma soprattutto il testo, ben diverso dagli standard del 1969 e perfettamente confacente per il livello medio-alto del 1970. Una canzone che potrebbe ben figurare in quel 33 giri (per l’appunto del 1970) che è QUANDO TU MI SPIAVI IN CIMA AL BATTICUORE. Se l’avesse spuntata Paolo dei Crazy Boys, adesso non saremmo qui a parlarne. Con la sua casa discografica può permettersi qualunque cosa. Basta con le imposizioni dei discografici.
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