Perché non saresti sopravvissuto all’inferno di Stalingrado?
La battaglia di Stalingrado è stata uno degli scontri più importanti della Seconda Guerra Mondiale. Il sangue versato durante questa lotta e la vittoria senza compromessi del campo sovietico hanno senza dubbio segnato una svolta nella guerra. Dopo questa battaglia crudele, il destino dei circa soldati tedeschi che sono sopravvissuti alla brutalità dell’Armata Rossa non è stato molto più invidiabile di quello di coloro che sono finiti sottoterra. La loro vita nei gulag sovietici era segnata da torture, lavoro forzato e interminabili ore di un calvario che sembrava senza fine.
Durante i primi anni della Seconda Guerra Mondiale, il Terzo Reich era già riuscito a invadere luoghi strategici come la Polonia, la Francia e i Paesi Bassi. Sommando le perdite di queste tre battaglie, i ranghi tedeschi avevano subito meno di perdite, raddoppiando quelle dei loro avversari. Queste cifre erano più che incoraggianti e spingevano Adolf Hitler a raddoppiare gli sforzi e a prendere in considerazione l’attacco a un fronte che aveva da tempo nel mirino.
L’Unione Sovietica sembrava un obiettivo piuttosto difficile da raggiungere per diverse ragioni:
Da una parte, la sua estensione territoriale superava i 22 milioni di chilometri quadrati. La Francia disponeva di circa , la Polonia raggiungeva e i Paesi Bassi a malapena più di . Nonostante i buoni risultati ottenuti in questi paesi europei, sembrava irrealistico impadronirsi di ogni centimetro del suolo sovietico.
D’altra parte, la potenza dell’Armata Rossa. Durante tutta la Grande Guerra Patriottica, come la chiamavano, 5 milioni di soldati hanno combattuto e disponevano di un armamento che superava di gran lunga quello di diverse armate europee messe insieme.
Infine, e non meno importante, il Patto Molotov-Ribbentrop. Si trattava di un trattato di non aggressione firmato tra Germania e Unione Sovietica nella notte tra il 23 e il 24 agosto 1939, con il quale si impegnavano a non attaccarsi reciprocamente.
Tuttavia, le ambizioni di Adolf Hitler erano superiori a qualsiasi ragione potesse ostacolare il suo cammino. Dopo la sua partecipazione alla Prima Guerra Mondiale, il leader tedesco nutriva un’avversione profonda verso lo Stato sovietico e il bolscevismo. Conquistando questo territorio, avrebbe potuto impedire un blocco da parte della Gran Bretagna, e evitare una carestia simile a quella verificatasi dopo il precedente grande conflitto.
L’intenzione di Hitler era di penetrare in territorio sovietico diversi mesi prima, ma l’invasione decisiva della Grecia ritardò i tempi. Questo ritardo gli valse numerose critiche.
Infatti, Hitler promosse la formazione di soldati per unirsi ai ranghi della 6ª armata tedesca e combattere in Unione Sovietica nell’ambito della famosa operazione Barbarossa. Dopo lunghi mesi di addestramento, riuscì a creare la formazione più potente di tutta l’armata tedesca. Secondo le convinzioni arroganti dello stesso Hitler, la 6ª armata era in grado di “prendere d’assalto i cieli“.
Nel 1942, dopo interventi infruttuosi a Mosca, Sebastopoli e Leningrado, l’armata tedesca si rivolse al territorio di Stalingrado.
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’Catalyst’ by Scott Buckley - released under CC-BY 4.0.
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’The Long Dark’ by Scott Buckley - released under CC-BY 4.0.
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