6 AGOSTO: PERCHÈ FU BOMBARDATA PROPRIO HIROSHIMA? IL PRIMO ATTACCO NUCLEARE NELLA STORIA.

In occasione del’6 agosto ripubblichiamo il video dedicato a Hiroshima. Perché toccò proprio ad Hiroshima? Che cosa fece si che ricevesse dalla sorte lo sventurato e tragico «privilegio» di entrate nei libri di storia. In che modo divenne il primo obiettivo di un attacco nucleare? Come potete immaginare questa circostanza non si verificò per caso. Nel 2020, il 6 agosto, ricorre il 75 anniversario di quella tragedia che 72 ore dopo, con il secondo lancio di un ordigno nucleare sulla città di Nagasaki pose fine alla seconda guerra mondiale con la resa incondizionata dell’Impero giapponese. La prima esplosione di una bomba atomica era avvenuta nemmeno un mese prima negli Stati Uniti. Gli scienziati del progetto Manhattan, il nome in codice dietro al quale si celava lo sviluppo dell’arma nucleare, avevano fatto detonare un ordigno dello stesso tipo di quello che sarebbe stato sganciato a Nagasaki. Pochi sanno che, il 7 maggio precedente, per tarare gli strumenti di misura, a poco più di settecento metri dal punto in cui sarebbe esplosa la prima bomba nucleare, gli americani fecero detonare una carica di 108 tonnellate di tritolo sistemate su una piattaforma di legno nel corso quello che è fu battezzato «The 100 Ton Test» ovvero il test delle 100 tonnellate. Ma perché proprio Hiroshima fu scelta come primo obiettivo di un attacco nucleare? La città aveva superato illesa l’intero conflitto ma ciò non era accaduto per caso. Dopo che in maggio la Germania si era arresa, il Giappone ormai sconfitto rifiutava di arrendersi. I comandi americani sostenevano che l’invasione del paese sarebbe costata agli Stati Uniti almeno un ulteriore milione di morti. La bomba insomma doveva essere impiegata per abbreviare la guerra. Già da due mesi però i bombardieri americani stavano colpendo il Giappone ogni notte con un particolare tipo di arma: il napalm, il famoso gel incendiario che si appiccica alle cose e che non c’è modo di spegnere. Il napalm si stava dimostrato straordinariamente efficace contro le città nipponiche costruite soprattutto di legno e carta. Dunque - già ben prima del lancio della bomba - era in atto un vero e proprio massacro di civili. Il più intenso di questi attacchi fu condotto la notte fra il 9 e il 10 marzo del 1945 contro Tokyo e provocò in sole sei ore la morte di persone. Nonostante questa strage senza fine, il governo giapponese non intendeva cedere. Gli attacchi con il napalm ottennero comunque un tale «successo» da far stimare ai comandi dell’aviazione statunitense che in Giappone, entro la fine del 1945, non ci sarebbe stato più alcun bersaglio utile da colpire. Di fronte ad un tale scempio, per costringere i giapponesi a deporre le armi, occorreva sganciare l’ordigno nucleare su una citta integra allo scopo di dimostrare quale fosse la sua vera potenza distruttrice. Colpire Tokyo, che era già stata polverizzata, o altre città comunque semidistrutte, non avrebbe avuto lo stesso tipo di impatto. I danni di un ordigno nucleare sarebbero infatti risultati indistinguibili da quelli già arrecati dalle bombe napalm. Per questo motivo, un apposito gruppo chiamato «Target Committee» ovvero «Comitato Bersaglio» individuò, in ordine di preferenza, 4 città che non dovevano essere toccate dai bombardieri convenzionali: Hiroshima, Kokura, Niigata e Nagasaki. Tra tutte, Hiroshima era la sola a non essere mai stata nemmeno sfiorata da un attacco. Il luogo ideale dunque, dove sperimentare la bomba. Non a caso ci serviamo a questo punto del verbo sperimentare perché tra le accuse mosse al governo americano dopo il conflitto ci fu quella di aver voluto deliberamente testare la bomba su un obiettivo reale, contro un nemico ormai sconfitto e considerato diverso - da un punto di vista razziale - qual erano i giapponesi. Si disse anche mai un’azione simile sarebbe stata condotta in Europa contro la Germania. Vero? Falso? Ognuno dei nostri spettatori può pensarla come vuole. In ogni caso, il 6 agosto di 75 anni fa, alle 8:16 e 8 secondi (ora locale) Little Boy, così era stata battezzata la prima bomba atomica ad essere impiegata in guerra, scoppiò sul cielo di Hiroshima a 576 metri di altezza, liberando una potenza pari a tonnellate di tritolo. Circa persone morirono all’istante. rovine della città nelle settimane che seguirono lo sgancio della bomba.. La ricostruzione di Hiroshima ebbe inizio già nel 1949 nonostante la presenza di residui di radioattività. I sopravvissuti all’attacco furono indicati con il termine «hibakusha» che, tradotto letteralmente significa «coloro che furono colpiti dal bombardamento». Nel 1955, il centro medico Hijiyama venne costruito appena fuori città per raccogliere e studiare gli «hibakusha» e i danni che avevano subito. Gli ultimi dati ufficiali risalgono al 2002 e indicano che nei 57 anni successivi allo scoppio della bomba, sopravvissuti a quella tragedia si erano ammalati a causa delle radiazioni. Stefano Gambarotto
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